“Come insegnante quali sono stati i suoi primi gesti per essere “passeur”?
La lettura è in grado di rendere luminosa la nostra solitudine, e per conciliarsi con essa è molto importante la noia: quando insegnavo, prescrivevo ai miei alunniventi minuti di solitudine e di noia al giorno. Dicevo loro di tornarsene a casa, di non parlare con nessuno lungo la strada e di non fermarsi al bar con gli amici. “Entrate in camera”, dicevo “sedetevi sulla sponda sinistra del letto e prendete un orologio. Resistete così per 20 minuti, senza parlare, senza telefonare, senza studiare, senza fare niente. Domani me lo racconterete”.”
Dall’Intervista a Daniel Pennac, scrittore e saggista sul magazine ora online di Giunti “La vita scolastica”.
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