Una piccola comunità, che rimane unita grazie alla tecnologia, nonostante tutto. Nelle scuole della rete Liberi di Educare è stata tempestivamente adottata la didattica a distanza: dal nido alle scuole secondarie di secondo grado, gli istituti si sono dotati immediatamente di strumenti per rimanere in contatto con bambini e ragazzi a distanza. Non semplicemente per proseguire con la fondamentale didattica, ma per ribadire il senso del lavoro che da sempre caratterizza lo spirito educativo delle nostre scuole: essere una comunità attorno ai nostri preziosi figli.
Appena appresa la notizia della chiusura delle scuole, tutti i collegi docenti hanno scelto piattaforme e strumenti ed è iniziata subito la formazione degli insegnanti. Tutte le nostre scuole hanno iniziato a creare classi virtuali con Goole Gsuite o Microsoft Teams. Per ogni scuola è stato attivato anche un help desk per sostenere quelle famiglie che si sono trovate in difficoltà nel guidare i figli all’utilizzo di questi nuovi strumenti.
Per noi la didattica a distanza non è solo continuare a insegnare cose nuove ai nostri ragazzi, ma non interrompere la vita della scuola, di un luogo di incontro attivo, positivo e stimolante con la realtà. Un luogo dove non si acquisiscono semplicemente nozioni, ma dove si impara a verificare le proposte in modo autonomo e dinamico, in prima persona.
Soprattutto in questo momento in cui tutto ci spinge ad aver paura e a rimpiangere quello che in questo momento ci è stato tolto. La scuola c’è, anche se con una modalità per forza di cose diversa, quegli insegnanti che sono per i ragazzi importanti figure di riferimento dopo i loro genitori, ci sono e li accompagnano anche in questo momento nel quale nel quale i tempi e le modalità devono essere diversi.
Con questa logica, i bambini dei nidi possono ritrovare anche a distanza le insegnanti, che ricordano loro le routine imparate a scuola e che tanto li rassicurano. Piccole attività, percorsi, letture, canzoncine. Un modo per ritrovare i volti amici, per non perdere il contatto che soprattutto tra i più piccoli è fatto di incontri quotidiani, di occhi sorridenti, di abitudini confortanti.
Per la scuola dell’infanzia il passo è giustamente più articolato, e segue la programmazione fatta durante l’anno: lettura di testi, storie, suggerimenti di disegni sulla base del libro “I tre uragani” che è stato scelto dall’autunno come fil rouge del lavoro in classe, attività connesse tra loro come sempre avviene. Semplici tutorial, lavoretti che tengano impegnate le mani senza grandi difficoltà ma che trasmettano il senso di proseguire il cammino.
La scuola primaria continua, con modifiche e necessarie semplificazioni, il proprio lavoro: le maestre stabiliscono le proposte da fare ai bambini – normalmente mediante l’utilizzo di videolezioni registrate perché in questo modo la fruizione è più semplice e possono essere ascoltate più volte e in più momenti –, che servono per tenerli allenati ai contenuti scolastici senza affaticare la pazienza loro e dei genitori, già duramente messa a prova dalle contingenze. Per cui la geometria si impara anche facendo gli origami, i processi logici vengono stimolati grazie alla lettura di una storia avvincente di cui vanno trovati gli indizi, e l’aritmetica si ripassa anche condividendo ricette semplici da fare in casa, pesando e
misurando. Senza la complessità di eseguire compiti da restituire, ma con l’entusiasmo di voler condividere poi i risultati, e la gioia di fare qualcosa di diverso.
Per le secondarie, l’attività è più complessa: i ragazzi ricevono dei video di spiegazioni dagli insegnanti, hanno il tempo di guardarli e poi si ritrovano tutti insieme in videoconferenza per discuterne, fare domande, esprimere riflessioni. Inoltre i docenti cercano di stimolare i ragazzi ad un lavoro in “autonomia”, e mai come ora questa parola assume un significato dirompente, fornendo compiti, indicazione di letture, di link da visionare, di esperienze da fare. Per la scuola secondaria di primo e secondo grado si alternano lezioni in live streaming in cui trovarsi tutti insieme e correggere i compiti, dare nuovi spunti e chiarire dubbi e concetti non capiti, ma anche porre domande e riflettere su quello che accade.
A questi momenti “in presenza” si alternano lezioni videoregistrate perché tutti possano progredire nelle competenze delle singole discipline nei tempi che sono loro possibili nel rispetto anche dei tempi del lavoro dei genitori o delle lezioni di altri fratelli. Non manca nemmeno un momento di correzione personale degli elaborati, molti docenti ricevono e restituiscono per mail o attraverso le piattaforme i compiti scritti (temi, problemi, questionari…) dei ragazzi e li restituiscono con le correzioni.
I docenti accompagnano i ragazzi verso una responsabilizzazione rispetto a se stessi e al proprio studio cercando di suggerire loro il vero scopo della scuola: imparare per crescere e diventare uomini e donne.Anche adesso, anzi soprattutto adesso perché questo tempo non ci deve scivolare addosso, ma deve essere vissuto pienamente seguendo le indicazioni che le Autorità danno, e quindi rimanendo a casa, e cercando il più possibile di portare il nostro contributo stando con serietà e impegno di fronte a questa circostanza dolorosa e drammatica. Mai come ora è fondamentale che tutti, famiglie e docenti, ci si possa aiutare e sostenere in un vero patto educativo.
Questo momento così strano e complesso, per tanti aspetti difficile e faticoso, appare quindi come l’occasione di sperimentare il desiderio di imparare non perché c’è un voto da prendere e suggerisce l’emergere del vero valore dello studio: un desiderio di conoscere e di scoprire per diventare più grandi e portare il nostro contributo positivo al nostro Paese.
La risposta delle famiglie è stata molto positiva. Forte è il senso di una comunità che si stringe attorno ai ragazzi che aderiscono con entusiasmo alla strana situazione che stanno vivendo, con la forza che è propria della loro età, con interesse, con piacere.
Questo tempo così unico e particolare nella vita di ciascuno, grazie all’impegno di tutti e alla tecnologia, può diventare prezioso per riconquistare tutto quello che avevamo dato per scontato, per comprendere quanto fosse bella la quotidianità della quale spesso ci lamentavamo, un tempo in cui stiamo imparando a comunicare in modo nuovo per continuare a crescere insieme. Un tempo in cui, grazie alla tecnologia, ci rendiamo però conto di quanto la tecnologia stessa non ci basti, perché non può sostituire quella trama di rapporti umani che rende l’uomo tale e che con forza preghiamo che presto si possa ristabilire.
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