Una lunga estate di riposo. Quest’anno più che mai, riposo mentale piuttosto che fisico: nonostante nelle nostre scuole siamo riusciti a tenere lezioni in presenza per la maggior parte del tempo, abbiamo vissuto tutti profondamente la fatica che deriva dal senso di precarietà e incertezza che la pandemia ha comportato.
Questa è stata la lezione più grande: imparare a convivere con qualcosa di cui ci eravamo dimenticati. Non il virus, ma l’incertezza. In un mondo dominato dagli esseri umani, misurato al millimetro, controllato e garantito, ci troviamo sempre più in difficoltà nell’accettare ciò che non dipende da noi, che non possiamo dominare. Eppure la vita è proprio questo; la sicurezza è conquista relativamente recente.
Dunque la pandemia in un certo senso ci ha riportato alla realtà. E cioè che non possiamo vivere pensando solo alle certezze, a metterci al sicuro, a non correre rischi e a controllare ogni cosa. Gestire la difficoltà, affrontare l’imprevisto e soprattutto reagire in modo positivo al costante cambio di scenario è stata una modalità faticosa ma utile di ricordarci la nostra umanità. Che non significa arrendersi, ma accogliere. Imparare che abbiamo dei limiti, e che i concetti di relazione e di sicurezza non possono essere separati.
Dunque ora godiamoci questa estate di leggerezza, con la speranza che il nuovo anno scolastico ci consenta di vivere in un clima più rilassato non solo perché più sicuri e in salute, ma soprattutto perché più allenati ad accogliere il cambiamento.
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