16
SET
2014

Un inizio di speranza

“L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.”
Cesare Pavese

In questi giorni di metà settembre comincia la scuola e in questa circostanza vogliamo parlare di quella che è la vera natura della scuola: la possibilità di vivere un’esperienza di crescita a tutto campo. E’ una preziosa occasione perché un nuovo inizio è sempre ricco e denso di attese e desideri.
L’inizio di qualcosa è carico di novità, attrattiva, aspettativa, entusiasmo, passione, meraviglia.
Forse c’è anche la paura della fatica, del sacrificio, dell’esito, ma questo sentimento non è un ostacolo ma ci permette di “conquistare” ciò a cui teniamo. In una bella gara sportiva ci sono paura dell’esito, fatica e sacrificio, ma anche tanta letizia nell’intraprendere qualcosa che soddisfa. E alla fine se ci siamo impegnati, siamo anche liberi dall’esito e le cose “conquistate” sono più vere e più nostre.
A scuola l’impegno che ci è richiesto è con la nostra umanità, attraverso lo studio di chi è educato e il lavoro di chi educa. Impegnarsi con la propria umanità vuol dire crescere, prendere possesso della realtà: nell’esperienza scolastica ne sono strumento le discipline, i saperi, le esperienze educative e didattiche e questa è una sfida al cuore e alla ragione non solo per chi studia ma anche per chi educa.
“L’unica gioia al mondo è cominciare”: vogliamo che nel nostro iniziare un nuovo anno scolastico sia destata questa speranza. Allora iniziare la scuola può essere l’occasione di vivere un’esperienza che ci renda tutti, alunni, docenti, operatori educativi, genitori, più grandi, più liberi, più appassionati alla realtà e quindi più felici.
Si può desiderare che qualcosa inizi, si può riconoscere che nell’inizio della scuola ci sia l’occasione per sperimentare una “gioia” se rimettiamo in gioco il nostro cuore e la nostra libertà. Solo così la fatica dello studio e del lavoro possono far assaporare la bellezza del sapere e cioè che quello che viviamo, studiamo, impariamo ha a che fare con la nostra felicità perché ha a che fare con la nostra vita.

 

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