Il mondo del lavoro e dell’economia chiede che l’individuo che affronterà le sfide lavorative del prossimo futuro non sia solo un soggetto che “conosce tante cose” ma una personalità umana flessibile, reattiva, stabile ed empatica. Con questo spirito, nelle scuole della rete Liberi di educare vengono organizzati momenti di crescita insieme anche fuori dal contesto strettamente scolastico, per favorire il fiorire di personalità aperte e flessibili anche in situazioni non convenzionali.
Un esempio è quello degli alunni della scuola San Giuseppe di Firenze, che sabato 11 novembre si sono radunati liberamente insieme ai genitori per una visita al Museo degli Uffizi seguendo un percorso Mediceo, legato al laboratorio di storia che si svolge durante tutto l’anno per tutte le classi. La classe quinta ha però strutturato la visita in modo un po’ diverso. I ragazzi hanno studiato e approfondito delle schede preparate dalle insegnanti e hanno fatto la guida alle opere per i loro genitori. Sono partiti dalla descrizione dell’edificio che era nato per ospitare degli uffici (e non un museo) e che fu costruito nella zona di un porto lungo l’Arno – anche per riqualificare la zona stessa, altamente malfamata. Una studentessa, con schema alla mano, ha spiegato l’albero genealogico dei primi Medici, così che quando venivano ricordati i protagonisti nelle tavole dipinte ci fossero dei chiari riferimenti per tutti. Poi dentro il museo i ragazzi e i genitori hanno osservato le pale dell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, la Battaglia di San Romano, la Pala del Noviziato di Filippo Lippi e i ritratti dei Granduchi, Federico da Montefeltro e sua moglie Battista Sforza. Dopo una breve introduzione sulla filosofia neoplatonica e la vita di Alessandro Filipepi, detto Botticelli, i ragazzi hanno spiegato i suoi capolavori, come la Primavera, La nascita di Venere, L’uomo con la medaglia e Pallade e il centauro. Hanno chiuso la vista il ritratto di Cosimo il vecchio di Pontormo e la tavoletta, trafugata e poi recuperata dal nucleo speciale dei Carabinieri, di Ercole e Anteo del Pollaiolo. È stato veramente interessante vedere come i ragazzi si alternavano davanti alle opere, pronti al momento giusto e con una certa dose di emozione ma anche di voglia di esporre al meglio quello che avevano studiato. I visitatori – cioè i genitori – sono rimasti entusiasti dell’esperienza e certamente i ragazzi conserveranno un ricordo indelebile almeno del capolavoro che hanno presentato davanti a tutti. Ha destato molto interesse anche nei turisti vedere queste “piccole guide” all’opera, per il loro entusiasmo ma soprattutto per la loro competenza. Infatti le notizie che raccontavano partivano dall’osservazione diretta dei quadri fin nei particolari più curiosi e poi descrivevano fatti salienti legati alla storia dell’opera. Per esempio lo sapevate che la Primavera e la nascita di Venere stavano in una camera in Palazzo Medici Riccardi in via Cavour, e che il cartiglio avvolto attorno al ramo di alloro rappresentato accanto a Cosimo il vecchio dice che “un ramo spezzato non indebolisce l’altro” facendo riferimento al ramo cadetto della famiglia Medici che prese il posto della discendenza di Cosimo il vecchio interrottasi con Caterina? E lo sapevate che le armature dei cavalieri della battaglia di San Romano di Paolo Uccello erano fatte con lamina d’argento e che quindi all’inizio dovevano brillare moltissimo? È certamente avventurosa una notte al museo, ma anche una mattina… non è da meno!
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