“L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.”
Cesare Pavese
Settembre: finiscono le vacanze, ricomincia la scuola.
Dove sono la novità e l’attrattiva in qualcosa che si ripete ogni anno? O meglio, cosa può rendere interessante ritornare a scuola dal momento che, almeno inizialmente e nell’immaginario di tanti, ciò è visto come una fatica, segna la fine dell’estate, del tempo libero, del gioco e la ripresa di una routine che durerà almeno nove mesi? Cosa rende “bello” cominciare? L’inizio di qualcosa è carico di novità, attesa, curiosità ma anche paura. Della fatica, del sacrificio, della riuscita, ma questi non sono ostacoli, anzi, sono “il sugo della storia” direbbe Manzoni perché ci permettono di “conquistare” ciò a cui teniamo. In una bella gara sportiva ci sono paura dell’esito, fatica e sacrificio, ma anche tanta gioia nell’intraprendere qualcosa che soddisfa e le cose “conquistate” sono più vere e più nostre. La vera natura della scuola è offrire la possibilità di vivere un’esperienza di crescita a tutto campo. Cominciare un nuovo anno scolastico è una preziosa occasione perché l’inizio è sempre ricco e denso di attese e desideri.
A scuola l’impegno che ci è richiesto è con la nostra umanità, attraverso lo studio di chi è educato e il lavoro di chi educa. Impegnarsi con la propria umanità vuol dire crescere, prendere possesso della realtà: nell’esperienza scolastica ne sono strumento le discipline, i saperi, le esperienze educative e didattiche e questa è una sfida al cuore e alla ragione non solo per bambini e ragazzi ma anche per chi educa.
Scriveva Edith Stein: “Col termine educazione intendiamo la formazione dell’essere umano nel suo complesso, con tutte le sue forze e capacità. Cos’altro vogliamo raggiungere coll’educazione se non che il giovane che ci è affidato divenga un essere umano vero e autenticamente se stesso?”
Noi lavoriamo perché iniziare la scuola possa essere l’occasione di vivere un’esperienza che ci renda tutti, alunni, docenti, operatori educativi, genitori, più grandi, più liberi, più appassionati alla realtà e quindi più felici.
Si può desiderare che qualcosa inizi, si può fare esperienza se rimettiamo in gioco il nostro cuore e la nostra libertà. Solo così la fatica dello studio e del lavoro possono far assaporare la bellezza del sapere e cioè che quello che viviamo, studiamo, impariamo ha a che fare con la nostra felicità perché ha a che fare con la nostra vita.
Leggi qui il resto della newsletter.
Condividi:
on Twitter
on Facebook
on Google+