È dimostrato dalla scienza: i bambini hanno una capacità innata di comprendere le quantità e i numeri.Questi processi, però, non vanno lasciati al solo sviluppo spontaneo ma richiedono strategie educative e interventi adatti a potenziarli.
Nasciamo predisposti all’intelligenza numerica allo stesso modo che all’intelligenza verbale. L’intelligenza numerica è da ritenersi necessaria quanto lo studio della lingua. E poiché quest’ultima è un campo che coinvolge il bambino nei suoi primi giorni di vita, verso i tre e quattro anni si comincia a insegnargli un po’ di linguaggio matematico. L’intento è di sollecitare il bambino all’apprendimento; lo strumento didattico con il quale la scuola dell’infanzia può agire è il GIOCO legato all’ESPERIENZA.
Il bambino della scuola dell’infanzia si trova in una fase di transizione: da un’intelligenza di tipo pratico a un’intelligenza di tipo rappresentativo, cioè da una conoscenza basata sull’azione diretta in presenza delle cose a una conoscenza mediante segni e significati in assenza delle cose. Questo passaggio dall’azione alla rappresentazione dell’azione è un momento in cui il bambino va sostenuto e aiutato a riflettere su quello che sta facendo.
Sulla base di programmi di potenziamento dell’intelligenza numerica elaborati alla facoltà di Psicologia di Padova, all’istituto San Giuseppe di Firenze vogliamo offrire al bambino l’opportunità di usufruire di un contesto di apprendimento favorevole allo sviluppo dell’intelligenza numerica. Lo facciamo proponendo una serie di attività che tengono contro di alcune indicazioni espresse in questo programma.
Le attività proposte faranno scoprire al bambino che le cose hanno un nome, possono essere tante o poche, si possono contare, mettere insieme, dividere, ecc.
Fondamentale in questo processo di apprendimento è il collegamento con la realtà, vale a dire con le diverse situazioni della vita quotidiana in cui c’è un rapporto quantitativo tra le cose e le nostre azioni (ad esempio preparare la tavola, riordinare i giochi, a ognuno il suo, ecc.).
Le situazioni-stimolo offrono l’occasione per riflettere, per imparare a osservare l’ambiente circostante con occhi diversi.
Le situazioni proposte seguono un percorso che la ricerca sui processi di base ha individuato nelle caratteristiche generali. Tuttavia, poiché lo sviluppo di ciascun bambino si caratterizza per tempi e modi molto personali, il riferimento all’età prevista per le diverse sezioni è puramente indicativo.
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