Il 16 gennaio hanno ufficialmente preso avvio le iscrizioni per chi inizierà un nuovo percorso scolastico nel settembre 2017.
È una scelta importante che soprattutto per quanto riguarda la scuola superiore coinvolge anche i ragazzi che si barcamenano tra open day e incontri. Casa cercare nella scuola, cosa chiedere agli insegnanti di un istituto superiore? Cosa, per ogni ordine e grado, ogni genitore desidera, e quindi cerca, quando sceglie la scuola per suo figlio? Innanzitutto vale la pena scegliere un percorso didattico che non prescinda da una preoccupazione educativa e quindi cercare un contesto nel quale, insieme all’istruzione, che è lo scopo primario della scuola, i bambini e i ragazzi crescano nella loro naturale curiosità, si appassionino a ciò che fanno e quindi imparino e siano “istruiti” dentro un rapporto educativo che tenga conto della realtà e della persona e che potenzi e valorizzi le loro capacità.
Ma un ragazzo di 13-14 anni da cosa rimane colpito? Come genitori e insegnanti lo possono aiutare a scegliere una scuola che insegni, istruisca e, soprattutto, non faccia perdere il desiderio di imparare e la curiosità, faccia scoprire le proprie passioni e aiuti a coltivarle?
La scuola deve essere un luogo di esperienza nel quale crescere in conoscenze e umanità guidati da docenti che, per primi, si riconoscono in un progetto comune e vivono tra loro una collegialità e una unitarietà di intenti a partire da una proposta educativa condivisa. Lo studio non può essere il “massacro” demotivante di ore passate sui libri senza ragioni, praticato da alcuni licei e tipico di docenti sempre meno docenti e sempre più “elargitori” di lavoro a casa perché non capaci di trasmettere in classe contenuti, metodi e passione. Lo studio diventa una specie di gara di sopravvivenza: chi ce la fa a reggere certi ritmi, bene, chi meccanicamente impara e mnemonicamente studia, bene, gli altri non sono adatti e magari è opportuno cambino scuola. Sembra che lo scopo e il compito principale di certe scuole sia allontanare gli studenti dalla scuola stessa. Non è da poco trovare docenti appassionati alla realtà, attraverso l’”amore” alle discipline che insegnano, che facciano innamorare i loro alunni di ciò che studiano e li motivino al lavoro.
Nella scuola non è vita facile neppure per i cosiddetti gradi inferiori. Infatti, non è cosa da poco trovare docenti che siano uniti nel perseguire lo scopo di far crescere i bambini e i ragazzi loro affidati convivendo i passi compiuti con le famiglie. Non è scontato trovare educatori e maestri che, anche in una realtà non facilmente misurabile per quanto riguarda un esito didattico (non ci sono quaderni da visionare!), come sono, ad esempio, il nido o la scuola dell’infanzia, abbiano a cuore il bambino e la sua famiglia e siano uniti nel creare un ambiente accogliente e sereno, facendo sì che ogni giorno sia la scoperta di quanto è ricca la realtà e di quanto è bello crescere.
Tutte queste cose, che forse un genitore pensa siano scontate nella scuola, non lo sono più. Occorre quindi cercare scuole che si propongano così, dove la condivisione e il perseguimento di un progetto educativo unitario che abbia a cuore prima di tutto la persona, sia un valore, sia il cosiddetto “valore aggiunto”. Ogni bambino, e ogni ragazzo, è unico. Una scuola seria che abbia veramente a cuore il suo compito deve essere un luogo capace di accogliere la persona nella sua interezza. Una “buona scuola” vera deve proporre la conoscenza come un’avventura della vita e non come applicazione o addestramento, deve sostenere i bambini e i ragazzi nel loro desiderio di imparare e crescere motivandoli ad affrontare la fatica e il sacrificio del lavoro scolastico come un’occasione per diventare uomini.
La rete di scuole “Liberi di educare”, che riunisce realtà educative di vari ordini e gradi del territorio nazionale ed europeo, da anni opera con impegno e dedizione, grazie all’apporto fruttuoso di dirigenti e docenti preparati e motivati, al grande compito dell’educazione e dell’istruzione. Occorre cercare il “valore aggiunto” e scegliere quelle scuole nelle quali lo abbiamo intravisto.
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