La difficoltà economica, sociale e culturale nella quale siamo immersi ci impone, oggi più che mai, di stare di fronte alla realtà con dignità e impegno. Per far questo è necessario essere una presenza diversa, un soggetto in azione. Occorre, in ogni ambito nel quale siamo impegnati, essere persone consapevoli di sé e del proprio destino, del proprio compito nella società, capaci di un’affezione a sé e quindi in grado di costruire qualcosa di reale e positivo per il bene di tutti.
Allora, qual è il nostro compito nella scuola? Qual è il compito di un docente, di un educatore? Innanzitutto, occorre recuperare il motivo per il quale un docente, nel proprio lavoro educativo e didattico, si mette veramente in gioco e fa sì che i propri alunni imparino e crescano nella totalità della loro umanità.
Per questo la scuola non può essere solo il luogo della trasmissione dei saperi. Deve essere certamente un luogo di studio serio, ma lo scopo è l’autocoscienza dell’allievo e le crescita nella conoscenza. Di conseguenza, attraverso l’insegnamento e il rigore scientifico delle discipline, lo scopo della scuola, per come la intendiamo noi, è la trasmissione dell’impegno che il docente stesso ha con la propria autocoscienza, con l’uso della propria ragione. Attraverso la singola materia di studio, che è una modalità di indagine e conoscenza della realtà, un docente seriamente impegnato con sé e il proprio compito, trasmette la passione alla realtà intera, non solo la passione per la disciplina che insegna. È questa passione che il docente ha con la realtà, declinata nella propria disciplina, il fondamento del rapporto educativo.
Per questo il docente introduce l’allievo alla realtà in tutta la sua ampiezza e lo fa attraverso gli strumenti che possiede, sollecitando e sostenendo l’autocoscienza dell’alunno. Solo così imparare diventa un’esperienza di bellezza e interesse reale, pur nella fatica dello studio che non è mai sterile e fine a se stesso.
I nostri docenti cercano quindi, attraverso la propria esperienza, il proprio studio, il proprio aggiornamento e la propria capacità di autocoscienza, di rispondere al bisogno fondamentale della conoscenza che concorre allo sviluppo della persona nella sua totalità.
Allora anche gli strumenti che vengono individuati e che sono oggetto di monitoraggio continuo, dalle valutazioni (che non sono certificazioni di competenze) alle tecnologie didattiche innovative, ai progetti, sono finalizzati a favorire l’apprendimento inteso come conoscenza reale. E quindi sono un aiuto allo sviluppo della persona nella sua interezza.
Leggi qui il resto della newsletter.