Durante i mesi estivi non solo saltano gli schemi e le abitudini, ma sono proprio le circostanze ad
essere diverse: viviamo altri incontri rispetto al consueto e in altri luoghi.
Il tempo estivo è sicuramente il tempo della libertà e offre la possibilità che emerga ciò che uno è
davvero e ciò che vuole veramente. È il tempo dell’emergere dell’io e quindi delle domande più
vere che abbiamo nel cuore. Cosa cerchiamo? Cosa ci soddisfa veramente? L’estate può essere il
momento privilegiato per stare di fronte a queste domande.
È sicuramente controcorrente porsi in questi termini di fronte al tempo del riposo che spesso,
invece, diventa una sorta di liberazione da tutto o di corsa sfrenata alla ricerca del viaggio migliore
e più “in” da postare.
I nostri stessi desideri di riposo e vacanza spesso sono indotti dalla mentalità comune che ci
impone di fare determinate cose altrimenti non saremmo veramente in vacanza.
Ma pensare che andare in vacanza sia fare determinate cose non è solo assoggettarsi ad uno
stereotipo, è una vera e propria riduzione dell’umano: è abdicare a sé.
Al contrario, che il tempo della vacanza sia quello dell’emergere della domanda del cuore, del
desiderio, e quindi della libertà, implica una responsabilità che è quella della propria persona e
questo riempie di fascino la nostra giornata e dà gusto alle circostanze che viviamo.
“La vacanza è il tempo più nobile dell’anno, perché è il momento in cui uno si impegna come vuole
col valore che riconosce prevalente nella sua vita oppure non si impegna affatto con niente e allora,
appunto, è sciocco.” (L. Giussani).
Il nostro “augurio estivo” è quello di vivere il tempo del riposo come l’occasione per godere
pienamente la vita, liberi in tutte le circostanze della realtà.