Inizia il tempo delle “scuole aperte”.
Scegliere adesso, in questo contesto di crisi di valori e di emergenza educativa, vuol dire iniziare a cercare un percorso didattico che non prescinda da una preoccupazione educativa, un contesto nel quale, insieme all’istruzione, che è lo scopo primario della scuola, gli alunni imparino e siano “istruiti” dentro un rapporto educativo che tenga conto della realtà e della persona.
Una “buona scuola” deve essere un luogo capace di accogliere la persona nella sua interezza per realizzare le potenzialità di ognuno, stimolare l’interesse per la realtà nei suoi molteplici aspetti e sostenere la fatica in un’ottica cooperativa e non competitiva.
La conoscenza come un’avventura della vita. La conoscenza è un avvenimento e perché diventi sistematica a scuola ha necessità di essere veicolata da Maestri. Deve essere quindi un luogo di esperienza nel quale crescere in conoscenze e umanità guidati e condotti da docenti che, per primi, si riconoscono in un progetto educativo unitario e condiviso e operano collegialmente, con professionalità, passione e motivazione, mettendo ogni alunno nella condizione di poter apprendere.
È una grande responsabilità: responsabilità è un termine che deriva dal latino, dal verbo respondēre: essere responsabili significa avere il compito di “rispondere” a qualcuno. La scuola “risponde” sostenendo i bambini e i ragazzi nel loro desiderio di imparare e crescere; “risponde” motivandoli ad affrontare la fatica e il sacrificio del lavoro scolastico come un’occasione per diventare uomini. “Risponde” sollecitando, attraverso i docenti, i bambini e i ragazzi ad un coinvolgimento personale in un itinerario di conoscenza e non di mero addestramento.
Oggi dobbiamo educare soggetti costruttivi, dall’”agile mente” direbbe Omero, cioè dalla mente aperta; per questo dobbiamo essere disposti a prendere sul serio i loro desideri ed adoperarci, tutti insieme, perché si realizzino.
Una reale “buona scuola” deve progettare innovando: nella scuola la progettualità non riguarda solo la programmazione di ogni singolo docente, ma è l’occasione per ampliare ed approfondire esperienze educative e discipline specifiche al fine di ricercare e sperimentare nuove metodologie di insegnamento per sostenere e favorire l’offerta educativa, formativa e didattica.
I progetti favoriscono e sostengono positive esperienze di apprendimento e sono sicuramente occasioni importanti per tutti gli studenti delle nostre scuole per aiutarli ad esprimere meglio se stessi e le proprie capacità e attitudini.
Per questo occorrono docenti aggiornati e preparati. La rete di scuole “Liberi di educare” è una grande opportunità perché sostiene la progettualità delle singole istituzioni scolastiche promuovendo esperienze dirette di formazione per i docenti e iniziative di riflessione su contenuti e metodi propri della didattica, dalla scuola dell’infanzia alla formazione liceale.
“Liberi di educare” riunisce realtà educative di vari ordini e gradi del territorio nazionale ed internazionale, dagli asili nido fino alla scuola secondaria di II grado, e da anni opera con impegno e dedizione, grazie all’apporto fruttuoso di dirigenti e docenti preparati e motivati, al grande compito dell’educazione e dell’istruzione.
Il modo migliore per conoscere le esperienze e la progettualità di una scuola è entrare nella scuola e vedere, chiedere, rendersi conto di persona della validità di una proposta invitando anche amici e conoscenti: questa è la ricchezza degli open day.