Manin G., Complice la notte, Guanda, 2021 € 18,00 pp. 240
Qualche anno fa mi aveva molto colpito la lettura del libro Marija Judina più della musica, di Giovanna Parravicini edito da La casa di Matriona. Prima di leggerlo ignoravo infatti che la Judina fosse una delle più grandi pianiste del secolo scorso, ostracizzata dal regime sovietico per il suo vivere libero e anticonformista, assolutamente invisa al potere ma intoccabile a causa della sua fama. La Manin ne riprende in questo volume la storia, ripercorrendo così gli anni della Russia di Stalin in particolar modo – che della Judina fu un grande ammiratore, pur essendo all’origine di molti dei suoi allontanamenti dalle grandi sedi della musica sovietica – e anche di quelli successivi, fino alla morte della pianista, avvenuta nel 1970. Un libro questo un po’ confusionario forse all’inizio, quando l’autrice sovrappone su più piani gli avvenimenti storici, facendo dei balzi temporali, ma molto bello nel romanzare quegli anni che videro un grande gruppo di intellettuali lottare per la propria libertà di espressione, spesso pagando con la propria vita. Fra tutto, escludendo i molti musicisti ricordati, spiccano Anna Achmatova, Boris Pasternak e Padre Florenskj.
Disponibile anche in ebook