Due progetti per dare valore alle piccole, grandi cose, ai momenti e ai dettagli del quotidiano. Si chiamano il primo ITA, il secondo Invece il 100 c’è e sono stati organizzati dall’istituto Aliotti di Arezzo.
ITA, ovvero “Il Tesoro dell’Aliotti” – ma anche il participio di ire in latino, che significa andata, passata, un significato rimasto ancora nell’uso aretino – si inserisce nella sempre più sentita filosofia del recupero e del riciclo per la cura dell’ambiente, e lo fa utilizzando oggetti e scarti offerti dalle aziende del territorio e dai genitori alla scuola: scarti di tessuto, di lana, scatole da confezione, barattoli, tubi PVC vengono donati per essere trasformati dalle manine curiose dei bambini in alberi, bersagli, contenitori decorati, grazie a collage e altre tecniche creative.
“In questo modo possiamo raggiungere molteplici obiettivi educativi” ha commentato Giacomo Nofri, il direttore. “Trasmettiamo l’idea fondamentale di attenzione all’ambiente, di ecologia e riciclo anziché di creazione di ulteriori scarti; e allo stesso tempo stimoliamo la creatività dei bambini, fornendo loro strumenti per immaginare nuovi oggetti da articoli che prima avevano altre funzioni. Una forma di educazione anche al pensiero non standardizzato, alla valorizzazione dei particolari, alla ciclicità della vita e delle sue innumerevoli possibilità”
Il lavoro dell’Aliotti si inserisce nel quadro più ampio disegnato da Feel Green, progetto di sensibilizzazione ambientale che verrà proposto a tutte le scuole della rete e che si propone proprio di sostenere gli istituti nelle attività dedicate all’ambiente.
Patrocinato dal Comune di Arezzo per il significato che rappresenta, il progetto prende vita a partire dal giardino della scuola dove una casetta in legno è stata allestita per accogliere specificamente i materiali di recupero pronti per acquistare nuova vita.
Il secondo progetto coinvolge gli anziani ospitati nella casa di accoglienza per persone autosufficienti confinante con gli edifici scolastici. Dalla collaborazione con le ‘nonne’, come amichevolmente vengono chiamate, che vivono lì, i bambini hanno il privilegio di scoprire il significato del tempo attraverso i racconti delle signore anziane.
“Finora, per ragioni legate ai protocolli sanitari, abbiamo dovuto limitare gli incontri al giardino, a cui le nonne si affacciano comunicando con i bambini” ha commentato ancora Nofri, “ma confidiamo di poter stringere la relazione con momenti dedicati al cibo, alle canzoni, alle filastrocche, ai giochi, con uno scambio di informazioni tra le generazioni che arricchisce tutti”.
Se le signore del secolo scorso non hanno mai assaggiato sushi e hot dog, i bambini spesso non conoscono i giochi semplici ma divertenti del passato e hanno così l’occasione di scoprire notizie sulle proprie radici, sugli usi del territorio in cui abitano grazie alle narrazioni degli anziani.
Anche questo secondo progetto è patrocinato dal Comune, che sollecita interventi di intergenerazionalità sviluppati durante il corso dell’anno. Finora ai bambini sono state offerti due occasioni di incontrare le nonne, e altre due si aggiungeranno nel corso dell’anno, per un totale di quattro appuntamenti per ogni grado scolastico, dal nido alla primaria, passando per l’infanzia.