Una scuola veramente inclusiva: questo lo scopo del tentativo educativo delle scuole della rete Liberidieducare. Non si tratta però semplicemente di uno slogan, anche abbastanza inflazionato negli ultimi anni, quanto del fondamento del pensiero teorico e pratico di ogni azione che proviamo ad introdurre nei nostri progetti e nella nostra quotidianità e verso il quale tendiamo mirando ad un miglioramento continuo.
Per approfondire questo tema tutti gli insegnanti della scuola primaria della rete si sono confrontati in un corso di aggiornamento con la dott. Maria Grazia Piergiovanni, Neuropsichiatra Infantile, Analista Transazionale Clinico Formatrice CARE-Index MDD. La dottoressa ha esposto, in quello che è stato un intensissimo pomeriggio di lavoro, i fondamenti clinici dell’approccio per poter capire meglio come impostare le relazioni con tutti gli alunni della classe. Si è parlato soprattutto di “reti di cura” che vanno costruite con pazienza e che si reggono sulla fiducia e sul rispetto reciproco dei compiti che ognuno svolge.
«Porre l’inclusione al centro delle politiche e delle prassi educative significa concentrare l’attenzione sulle esigenze diversificate di tutti gli allievi, nessuno escluso, nel rispetto del principio di pari opportunità e di partecipazione attiva di ognuno.». (L.Cottini, Didattica speciale e inclusione scolastica Carocci Editore, 2018)
Si è sempre parlato quindi di inclusione in senso completo, cioè rivolta a tutti i componenti della classe e non solo ai bambini con bisogni educativi particolari, perché la vera inclusione avviene quando ogni bambino si sente accolto così come è e trova nell’insegnante un adulto che lo capisce e che è lì per aiutarlo e sostenerlo.
Dopo una parte dedicata alle “red flags”, cioè ai segnali che devono attivare gli insegnanti ad una attenzione maggiore, si è passati ai consigli pratici per contenere o guidare in senso positivo certe azioni che possono distrarre l’alunno o addirittura la classe intera ed è stata questa una parte dell’incontro particolarmente interessante e partecipata. È stata evidenziata la necessità di aiutare con cura e professionalità ogni bambino in difficoltà, sia quello con disattenzione lieve, non patologica e magari motivata da cause passeggere, sia quello che invece può presentare disturbi più importanti e certificati. La dottoressa ha infatti tenuto a ripetere più volte come una rete di cura è tanto più vera, efficace e costruttiva se è libera da ogni schema e pronta e disponibile ad accogliere ciascuno per l’originalità che porta.
Come sempre quando si parla di esperienza concreta, le domande sono state tantissime, proprio perché ogni insegnante finiva per riconoscere negli esempi riportati situazioni quotidiane e conosciute. È stato quindi deciso di proseguire il lavoro con un secondo incontro in modo da rendere stabile un momento di confronto e condivisione con un esperto veramente qualificato.