E’ già un mese che ci vede impegnati in questa nuova avventura scolastica per offrire a bambini, ragazzi e alle loro famiglie un percorso educativo che li accompagni nel crescere e alla scoperta della realtà come promessa di bene e di bello offerta a tutti.
La sfida educativa che andiamo ad affrontare insieme ci vede coinvolti come persone. Siamo noi che spendiamo le varie professionalità nel mondo della scuola, ogni bambino, ogni ragazzo, ogni famiglia coinvolti in questa sfida.
Alla Biennale di Venezia, dal titolo “Stranieri Ovunque”, ci ha colpiti un lavoro di un artista di Caracas, che ora vive a Berlino, Sol Calero, su cui non ci soffermiamo come artista ma la cui opera prendiamo come spunto: ai Giardini, tra tutti le varie istallazioni, ha realizzato una sorta di patio dove ci si può sedere e riposare.
E’ come se volesse offrire ospitalità a tutti, anche a noi visitatori, stranieri come tutti, diversi come tutti.
Non una riflessione ideologica, ma innanzitutto uno sguardo accogliente, ospitale, quasi di attesa.
Un po’ come faceva la Chiesa nel Medioevo, che a pellegrini, viaggiatori e mercanti che attraversavano le vie d’Europa, offriva prima di tutto gli Spedali, luoghi dove le persone potessero essere accolte, ristorate, per poi ripartire per il loro destino, la loro meta, quale che fosse.
E tutta la proposta partiva da quell’accoglienza, quello sguardo amorevole all’umanità anche fisica della persona.
Non luoghi chiusi, protettivi ma aperti perché il viaggio continuava, doveva continuare.
Vorremmo che questo inizio d’anno per le famiglie, per gli alunni e i ragazzi, per il tutto il personale che opera nelle scuole fosse, innanzitutto, questo luogo accogliente, in attesa, pronto ad accogliere la storia di tutti e a testimoniare la propria esperienza.
Dentro questa accoglienza sta tutta la nostra capacità e professionalità nel compito che ci è assegnato: i docenti ad introdurre i metodi con cui leggiamo e comprendiamo la realtà, i segretari ed amministrativi a rendere efficaci ed efficienti le procedure che regolano l’andamento della vita della scuola, il personale ausiliario a prendersi cura della scuola per renderla bella, pulita ed accogliente, i bambini e i ragazzi ad implicarsi nel rapporto con i docenti e con le discipline e così via.
Un luogo accogliente, dove ci si aiuta a crescere con il cuore aperto. Non un luogo competitivo, dove ognuno afferma il proprio piccolo spazio di potere.
Solo aiutandoci, correggendosi vicendevolmente, riusciamo a mantenere una posizione aperta, attenta a ciò che di buono e di bello c’è in ognuno dei nostri ragazzi e in ognuna delle persone con cui entreremo in rapporto nelle dinamiche scolastiche quotidiane.
E dentro questa posizione faremo nuovi incontri, nuove scoperte, nuove amicizie: vivremo in modo entusiasmante un pezzo della nostra vita, affronteremo la sfida educativa che ogni giorno ci porta davanti ai desideri dei ragazzi che ci sono affidati.
Non esiste nessuna altra professionalità se non quella dentro questo orizzonte.