Viviamo in un tempo difficile: le guerre, le alluvioni, la violenza tra adolescenti, la crisi economica.
Spaventati da tutto, ci scopriamo fragili nella vita di tutti i giorni e, nella ricerca dei “colpevoli”, si arriva a minare la fiducia nelle persone e nella realtà, intesa come il luogo in cui scoprire il senso del proprio esserci, in cui esercitare la propria creatività per costruire qualcosa per il bene dell’intera società.
Pian piano si perdono il gusto del vivere e il senso dell’esistere.
Pare che tutto debba in qualche modo difenderci dalle circostanze, che in fondo subiamo, e dalle persone delle quali, generalmente, non ci fidiamo.
Perché non ci fidiamo? Ma in realtà di chi, di cosa possiamo fidarci? E, soprattutto, siamo davvero liberi di fronte alla nostra fragilità?
La libertà è una fatica, perché la libertà è scegliere di aderire a qualcosa che ci può soddisfare e questa scelta comporta impegnarsi per ciò che vale: è questa fatica che dà gusto alla vita, che ci fa sentire uomini dentro le circostanze e le problematiche di tutti i giorni, che ce le fa affrontare e non subire.
Cosa c’entra tutto questo con il nostro fare scuola?
La scuola è istruzione, rapporto tra maestri e discenti, tra genitori, tra operatori educativi e personale di pulizia o amministrativo: è una rete di relazioni, non per niente si chiama comunità. Di più: noi la chiamiamo comunità educante.
Si ha a che fare con le persone e le loro fragilità. Si ha a che fare con fiducia e libertà.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di luoghi che possano accogliere le fragilità dei nostri figli e, nella relazione educativa, di noi stessi.
Abbiamo bisogno di scuole che siano luoghi in cui la diversità e la fragilità siano accolte, perché non siano un limite insormontabile, ma una risorsa da cui partire per vivere e scoprire la realtà e poter costruire.
Scuole che non siano luoghi competitivi o performanti, ma luoghi capaci di accogliere la persona nella sua interezza e nelle sua umanità.
Luoghi nei quali si accenda nei bambini e nei ragazzi la domanda, la curiosità, l’apertura al reale, si desti nei giovani il desiderio di conoscere senza paura e di cercare un significato per cui valga la pena vivere.
Luoghi nei quali si aiuti i giovani ad essere liberi nel verso senso della parola, ad aver “fiducia” nella realtà fornendo loro gli strumenti per poterle davvero esercitare questa fiducia e questa libertà.
Per noi presidi, coordinatori, docenti, personale educativo e amministrativo è questa la vera sfida del fare scuola: è una sfida che ci impegna per il bene di tutti e per la costruzione della nostra società.