In questi primi giorni di settembre, come sempre, comincia la scuola. Ma qual è la posta in gioco? Andare a scuola è l’occasione per vivere un’esperienza di crescita a tutto campo; peccato che pochi si soffermino su questo riconoscimento, che è la vera natura della scuola, ma solo sulle difficoltà, sulla mancanza di soldi, che è sicuramente un problema, sulle questioni organizzative, peraltro importanti ma non decisive, su ciò che manca o, nella migliore delle ipotesi, sul riprendere il solito “tran tran”. A pensarci bene quest’anno, forse rassegnati per questa crisi economica che invece di rimetterci in moto ci paralizza, se ne parla poco di questo inizio di scuola!
Quando siamo alle prese con un nuovo inizio siamo di fronte ad un’occasione unica. Per inciso, verrebbe da dire che forse anche la crisi economica potrebbe essere un’occasione per rimettersi in gioco, per ri-costruire, per cambiare. Se ci pensiamo sarebbe bello vivere ogni istante della vita come fosse un nuovo inizio, perché l’inizio è sempre denso di attese e desideri, è carico di tante cose: la novità, l’attrattiva, l’aspettativa, l’entusiasmo, la meraviglia. C’è anche la paura, ma quella sana, quella che ci mette nella giusta distanza dalle cose, quella che ci permette di “conquistare” ciò a cui teniamo. E alla fine l’esperienza insegna che se ci siamo impegnati, siamo anche liberi dall’esito e le cose “conquistate” sono più vere e più nostre. A scuola il primo e unico vero impegno che ci è richiesto è con la nostra umanità, attraverso lo studio di chi è educato e il lavoro di chi educa. Impegnarsi con la propria umanità vuol dire crescere, prendere possesso della realtà: nell’esperienza scolastica ne sono strumento le materie, i saperi, le esperienze educative e didattiche.
È l’impegno del cuore e della ragione ed è una sfida non solo per chi studia ma anche per chi educa. Cominciare un nuovo anno scolastico offre a tutti noi – e non solo a chi per la prima volta entra in un’aula o comincia un nuovo corso di studi o inizia a insegnare o per la prima volta accompagna il proprio figlio a scuola – l’occasione di vivere un’esperienza che ci renda più grandi, più liberi e quindi più felici. Si può desiderare che qualcosa inizi sempre, non solo una prima volta, si può riconoscere che l’inizio della scuola sia l’occasione per sperimentare una gioia e un bene se rimettiamo in gioco il nostro cuore e la nostra libertà.
Solo così la fatica dello studio e del lavoro possono far assaporare la bellezza del reale e del sapere e cioè che quello che viviamo, studiamo, impariamo ha a che fare con il nostro desiderio di felicità.
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