Fare matematica risolvendo problemi, imparare le regole elementari del dibattito scientifico, discutendo e difendendo le diverse soluzioni proposte, sviluppare le capacità di lavorare in gruppo, confrontarsi con altri compagni di altre classi. Sono gli obiettivi del Rally Matematico Transalpino, nato nel 1993 in Francia e arrivato in Italia tre anni dopo. Organizzato per la Toscana dall’università di Siena, viene proposto a tutte le classi di ogni grado e ordine di scuola fino ai 16 anni. Nel 2010 le sezioni diffuse nel mondo erano 24; nel 2011 viene superata la soglia di 4000 bambini e ragazzi partecipanti.
Abbiamo scelto di proporlo agli alunni delle nostre scuole perché si basa sulla risoluzione in gruppo di problemi; per dirla con il matematico ungherese Polya, “risolvere problemi significa trovare una strada per uscire da una difficoltà, una strada per aggirare un ostacolo, per raggiungere uno scopo che non sia immediatamente raggiungibile. Risolvere problemi è un’impresa specifica dell’intelligenza e l’intelligenza è dono specifico del genere umano: si può considerare il risolvere problemi come l’attività più caratteristica del genere umano”.
I problemi del Rally offrono la possibilità, nella pratica scolastica quotidiana, di incontrare situazioni complicate non banali, nelle quali ciascun ragazzo deve coinvolgere la totalità delle proprie risorse sia conoscitive che emotive. Proprio come accade nella vita reale, il ragazzo si trova a poter approcciare la questione da più punti di vista, attraverso una varietà di strategie risolutive (approccio grafico, manipolativo, per prove ed errori, per casi particolari, soluzione generale e così via).
Alla fine può aver dato anche solo delle risposte parziali, ma questo apparente fallimento è in realtà un nuovo stimolo a ricercare ancora, a chiedere, a riconoscersi bisognoso di imparare.
In questi anni abbiamo potuto verificare come una tale attività, diventata consuetudine, abbia promosso un atteggiamento positivo verso la matematica – ma anche verso altre materie – e abbia permesso a tutti di poter consolidare e potenziare le proprie attitudini e conoscenze.
Si tratta, inoltre, di un’occasione preziosa per gli insegnanti che possono valutare e fortificare la capacità dei propri alunni di collaborare con gli altri, di far crescere la stima di sé indipendentemente dal successo; è anche uno stimolo per l’insegnante stesso, che si trova “senza rete” a costruire con i ragazzi la strategia risolutiva, e non a ripetere lezioni che già conosce. I ragazzi sono coinvolti nel processo formativo insieme all’insegnante che lavora con loro, come guida, raddrizzando, stimolando, ma anche costruendo e facendo la strada insieme ai propri alunni.
La matematica come espressione della mente umana riflette la volontà attiva, la ragione contemplativa, e il desiderio di perfezione estetica. I suoi elementi basilari sono la logica e l’intuizione, l’analisi e la costruzione, la generalità e l’individualità.” (Courant e Robbins, “Che cos’è la matematica?”).
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