Liberi di Educare è una rete di scuole di vario ordine e grado. Ma esattamente cosa significa fare rete? Intanto cominciamo da cosa non è fare rete: non è fare le stesse cose in tutte le scuole. Non è proporre le stesse attività, non è avere un ordine stabilito da una guida centrale su cosa fare e cosa no, non è un’organizzazione rigida e comune di orari, modi e stili di insegnamento. Questo per noi sarebbe un livellamento, una riduzione delle potenzialità di ciascuna comunità educante. Fatta, lo ricordiamo, da genitori, insegnanti e bambini insieme, nel rispetto della specificità di ognuno e delle relazioni comunitarie che si vengono a creare, diverse per ogni scuola.
Per noi fare rete significa avere lo stesso approccio educativo: attenzione a ogni singolo bambino per ciò che è in senso assoluto, senza paragoni e con uno sguardo attento e coinvolto alla sua realtà. Vuole dire cura per il rapporto con le famiglie, con lo scopo di creare una comunità in grado di sostenere i bambini e sostenersi a vicenda nel lungo e faticoso cammino di crescita dei figli (ma non solo loro). E ancora: è occasione di un confronto periodico tra operatori, insegnanti e direttori per scambiarsi novità, condividere esperienze, capire problematicità. Significa aggiornamenti a cadenza periodica sulle ultime novità educative, in modo da proporre ai bambini e alle famiglie iniziative di qualità, percorsi condivisi di sostegno alla valorizzazione delle qualità dei bambini, alla loro naturale curiosità rispetto alla realtà. Significa insomma mettere il cuore nella costruzione di una relazione attenta, che possa essere modello e guida, nel mettersi a disposizione della comunità secondo le possibilità di ciascuno.
Il vantaggio di essere in rete è dunque quello di avere qualcuno che fornisce una bussola e aspetta ai punti di ristoro, non avere un’unica guida che obbliga a un solo percorso. La strada viene costruita da ogni comunità educante in modo indipendente.
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