Qual è il compito di un docente, di un educatore?
Innanzitutto, il docente è un educatore, non un istruttore. Occorre quindi recuperare il motivo per il
quale un docente, nel proprio lavoro, si mette veramente in gioco e fa sì che i propri alunni imparino
e crescano nella totalità della loro umanità risvegliando in loro la gioia della creatività e della
conoscenza.
Per questo la scuola non può essere solo il luogo della trasmissione dei saperi, anche se deve far
crescere nei “saperi”. Deve essere un luogo di studio serio e sempre più consapevole, ma lo scopo è
l’autocoscienza dell’allievo, la crescita nella conoscenza in un rapporto di “affezione”.
Erasmo da Rotterdam diceva che «il reciproco amore tra chi apprende e chi insegna è il primo e più
importante gradino verso la conoscenza».
Attraverso l’insegnamento e il rigore scientifico delle discipline, il docente trasmette l’impegno che
ha con la propria autocoscienza, con l’uso della propria ragione e la passione che nutre per ciò che
fa e insegna. E’ questa passione, potremmo osare dicendo “questo amore”, che il docente ha nei
confronti della realtà che lo circonda, declinato nella propria disciplina, il fondamento del rapporto
educativo. E, alla fine, è questa passione che colpisce l’alunno.
Il docente introduce l’allievo alla realtà in tutta la sua ampiezza e lo fa attraverso gli strumenti che
possiede, sollecitando e sostenendo l’autocoscienza dell’alunno.
Solo così imparare diventa un’esperienza di bellezza e interesse reale, pur nella fatica dello studio
che non è mai sterile e fine a se stesso.
Solo così si possono sostenere i nostri giovani e far sì che siano motivati al lavoro scolastico.
Solo così si esplica la professionalità del docente perché attraverso la sua esperienza, il suo studio, il
suo aggiornamento concorre alla formazione culturale e umana dell’alunno e non è in balia di un
valzer di opinioni, oggi tanto di moda.
In quest’ottica si può instaurare un rapporto di fiducia con le famiglie non finalizzato al controllo
dei “voti” ma alla reale crescita conoscitiva e umana dei ragazzi.
E così anche gli strumenti che vengono individuati e che sono oggetto di monitoraggio continuo,
dalle valutazioni alle tecnologie didattiche innovative e ai progetti, sono finalizzati a favorire
l’apprendimento inteso come conoscenza reale.