Siamo giunti alla conclusione anche di questo anno scolastico, anno molto particolare e che tutti noi ricorderemo, soprattutto lo ricorderanno i nostri bambini e i nostri ragazzi. In genere a giugno, tirando le fila di un anno di scuola, parlavamo di valutazioni e di bilanci.
Oggi non è così facile e non per il susseguirsi delle varie circolari che, una dopo l’altra, hanno cercato di incasellare la valutazione, come se fosse questa a dare validità all’esperienza didattica vissuta. Non è facile, perché la didattica a distanza è un modo di fare scuola che non corrisponde alla relazione educativa tra docente e discente, perché per stabilire questa relazione è necessaria una presenza fisica.
Fare scuola è vivere un rapporto fatto di sguardi, incontri, chiacchierate e non offrire un rapporto virtuale continuato.
La tecnologia ci ha aiutato a rimanere in contatto, a non perderci, a sostenerci, a mantenere “virtualmente” quel legame che però ha bisogno di un’aula reale e non virtuale. Per cui la valutazione non può ultimamente essere sugli apprendimenti, sui quali non siamo preoccupati perché tutti i nostri docenti non hanno fatto mancare insegnamenti, spunti e suggerimenti, ma deve essere una valorizzazione dell’impegno di ognuno.
Ma, a parte la “valutazione didattica”, dobbiamo valutare in termini di umanità questi ultimi tre mesi. Tenere vivo un contatto tra docenti e alunni, seppur virtuale, ha fatto sentire che la scuola c’era perché c’erano le persone, perché tutti si sono messi in gioco. Certo le piattaforme sono state importanti, ma sarebbero state niente senza i volti delle persone che le hanno animate.
Le famiglie, che hanno supportato i loro figli anche in questa didattica a distanza, i docenti, che hanno cercato di “accendere” la ragione e il cuore dei loro alunni, i bambini e i ragazzi, che hanno cercato di vivere la scuola attraverso i collegamenti e con il loro impegno nel lavoro didattico: questa è l’umanità che abbiamo visto in gioco.
Queste sono le “risorse” che hanno resa viva la scuola, che hanno reso efficace l’apprendimento facendo emergere tutta la ricchezza creativa che le situazioni di difficoltà vissute, e non subite, tirano fuori dall’animo umano.
Una parola a parte meritano coloro che quest’anno concludono il percorso del I ciclo d’istruzione (terza media) e del II ciclo di istruzione (quinta superiore), tappe importanti non solo dal punto di vista culturale ma soprattutto umano, perché segnano passaggi di crescita significativi: ancora di più per questi studenti è mancato l’ultimo giorno di scuola.
In particolare a queste ragazze e a questi ragazzi l’augurio di far tesoro di questi mesi per proseguire il proprio percorso senza perdere il desiderio di conoscere, il gusto delle cose e l’intensità del presente.
A tutti noi l’augurio di tornare nelle nostre aule per continuare l’avventura della conoscenza più ricchi di esperienza e certi del valore della scuola come luogo di incontro, di relazione educativa, di crescita umana e culturale.