Sono passati quarant’anni dalla prima legge per l’inclusione delle persone disabili a scuola, e ancora il cammino è lungo. Un cammino fatto di persone e di consapevolezza, prima ancora che di legislazione.
Un cammino che ha portato lentamente alla comprensione del fatto che, se siamo tutti diversi – come in effetti siamo – la definizione di disabilità viene a cadere, visto che si tratta in realtà di una caratteristica della persona. Il contesto è ciò che fa la differenza e che deve garantire autonomia a ciascuno, in modo da potersi esprimere al massimo delle proprie potenzialità.
La scuola è un luogo di fioritura dei bambini: non dove imparano ad essere tutti uguali ma dove, al contrario, sviluppano ciascuno la propria diversità per poi metterla a servizio della comunità. In quest’ottica si muovono le scuole della rete Liberi di Educare: durante i corsi di aggiornamento dedicati agli insegnanti che sostengono le classi nel lavoro di inclusione, è stato sottolineato come ciascun bambino, con le sue specificità, sia un’occasione di arricchimento.
Compito degli insegnanti, uniti in questo obiettivo, è quello di cogliere il valore di ogni bambino presente in classe e di guidare il gruppo nel riconoscimento di tale valore in modo da farne un contributo per la collettività. Un percorso che coinvolge tutti e che comporta un cambiamento di sguardo, più ampio, di maggiore prospettiva e lungimirante. Da cui tutti, come società, possiamo uscire migliori.