Sono tempi difficili e tutti noi siamo stanchi di questo clima di incertezza, di paura e di distanziamento. La scuola come luogo di cultura e socializzazione può essere un veicolo importante per dare fiducia e contribuire a “creare” menti accese e critiche, capaci di affrontare la realtà e costruire.
Ma perché questo accada ci vogliono dei “maestri”: non degli esperti in didattica o in burocrazia scolastica. Occorrono maestri, persone appassionate di conoscenza, innamorate di cultura e impegnate nel desiderio di accendere fuochi nei loro alunni.
La scuola, fatta da docenti e genitori, è invece spesso impegnata nel generare ansie da prestazione o mero interesse nel raggiungimento di un esito numerico: il voto. Spesso sia docenti che genitori guardano e percepiscono il percorso di un bambino o di un ragazzo solo in relazione ad un voto conseguito. Spesso la serietà di una scuola è valutata in base alle difficoltà nel conseguire buoni voti, come se il gusto e la passione, innegabilmente legati alla crescita conoscitiva, o la serenità dei bambini e dei ragazzi non fossero i sintomi reali di un ottimo percorso.
Solo “maestri” desiderosi di aprire alla realtà i propri studenti, facendo scoprire loro il gusto dello studio, dello stare insieme nell’apprendere qualcosa, nel sostenersi vicendevolmente nel cammino, in un contesto che valorizzi sia docenti che studenti, possono contribuire ad avere speranza di bene nel presente e fiducia nel futuro.
Due classi di un nostro liceo classico sono partite per un soggiorno studio presso il nostro College a Londra: non accadeva da due anni. I volti sorridenti dei ragazzi, il piglio con cui stanno affrontando mattinate di lezioni e attività di alternanza scuola lavoro, la gioia con cui, insieme tra loro e con i docenti che li accompagnano, “vivono” la città e la sua cultura, non sono solo la testimonianza che finalmente si torna a vivere esperienze didattiche significative fuori dalle mura della propria scuola, o addirittura fuori dalla propria città, ma che c’è un contesto scolastico che propone e sostiene iniziative di questo tipo anche in un momento difficile come questo.
Maestri che accompagnano i propri alunni e li sostengono nello scoprire la realtà e nell’affrontarla…nella fatica delle giornate a scuola e nella condivisione di esperienze diverse fuori dalle aule, perfino fuori dal proprio paese.
Ci vuole coraggio: il coraggio dell’impegno e della vita. Ma la scuola non dovrebbe essere la palestra del coraggio e della vita? Le discipline scolastiche non dovrebbero essere il motore della mente, della critica e del giudizio? Da poco si sono concluse le iscrizioni nelle scuole: a cosa si è guardato? Cosa si è cercato? La risposta a queste semplici domande sigla la differenza tra un’esperienza che accenda la mente e alimenti gli interessi, potenzi le capacità e generi soddisfazione, e un’esperienza che getti acqua sul fuoco, spengendo la curiosità e alimentando affanno e ansia.