Da alunna sono sempre stata incapace di disegnare qualsivoglia soggetto. Così, forse per compensare, mi sono lasciata affascinare dal mondo della storia dell’arte, nella speranza di riuscire a capire ciò che non sapevo riprodurre. Adesso, da maestra, mi ritrovo a cercare di far appassionare all’arte i miei alunni usando quello che è stato il mio stesso strumento.
Quest’anno ho deciso di avventurarmi in questa scoperta insieme ai miei alunni di prima e seconda elementare e il perfetto scenario è stata la mostra di Olafur Eliassion a palazzo Strozzi a Firenze.
È stata una vera e propria avventura perché ha avuto inizio qualche settimana prima della visita alla mostra attraverso un percorso che ci ha permesso di presentare l’artista alle classi attraverso video e foto.
In un secondo momento abbiamo spiegato ai nostri alunni che il modo di lavorare di questo artista è di tipo corale perché si circonda sempre di tanti collaboratori con cui dialoga e si confronta per trovare le idee migliori.
Cercando di imitare questo tipo di lavoro collaborativo ci siamo suddivisi in gruppi e abbiamo lavorato a un progetto di arte tutti insieme. Il tema era: pensa, disegna e realizza un animale immaginario. Le conclusioni che abbiamo tratto insieme ai bambini hanno fatto capire a tutti che lavorare insieme porta sempre buoni frutti, perché laddove qualcuno fa difficoltà in qualcosa, un altro può venire in aiuto.
Il giorno in cui era stata fissata la visita guidata alla mostra i bambini erano estremamente curiosi di vedere le opere e per molti di loro anche il viaggio in treno per Firenze è stata un’avventura perché era la loro prima volta.
Immaginatevi le facce stupite di questi bambini di sei e sette anni quando sono entrati all’interno della mostra e hanno visto che con le opere d’arte ci si poteva “giocare” e interagire. Vedere il loro stupore sorgere sulle loro facce e i loro occhi aprirsi a una bellezza forse inaspettatamente a portata di mano è stato uno spettacolo meraviglioso.
Abbiamo giocato con le ombre cinesi capendo che luci e ombre possono ingannarci, siamo passati sotto un vero e proprio arcobaleno formato da minuscole gocce d’acqua e da una luce che le illuminava, ci siamo improvvisamente sdoppiati entrando in una stanza con gli specchi sul soffitto, ma soprattutto ci siamo divertiti attraverso tutte queste opere d’arte.
Nelle settimane successive alla visita i bambini in classe hanno continuato a parlare di questa esperienza e hanno mostrato a tutta la scuola l’opera d’arte che avevano costruito con l’aiuto della guida a palazzo Strozzi. Abbiamo condiviso stupore, gioia, divertimento e conoscenza tutto in una giornata, credo che il lavoro dell’insegnante sia un privilegio piuttosto che un mero impiego.
Veronica Cappelli
Istituto San Giuseppe
Montecatini Terme