“La mente non ha bisogno, come un vaso, di essere riempita, ma piuttosto, come legna, di una scintilla che la accenda e vi infonda l’impulso della ricerca e un amore ardente alla verità”
Plutarco
La difficoltà sociale e culturale nella quale siamo immersi, le guerre attorno a noi, la paura del futuro che spesso vediamo nelle giovani generazioni ci impongono di stare di fronte alla realtà con dignità e impegno. Per far questo è necessario essere una presenza diversa, un soggetto in azione. Occorre, in ogni ambito nel quale siamo impegnati, essere persone consapevoli di sé e del proprio destino, del proprio compito nella società, capaci di un’affezione a sé e di “un amore ardente alla verità” e quindi in grado di costruire qualcosa di reale e positivo per il bene di tutti.
Allora, qual è il compito della scuola?
La conoscenza, attraverso la trasmissione dei saperi, è necessaria ma non sufficiente.
L’acquisizione di qualità trasversali come la fiducia in sé, la capacità di relazionarsi, di lavorare in modo autonomo e insieme ai pari, la stabilità emotiva, l’apertura all’esperienza, la serenità nello stare a scuola sono tra gli obiettivi di una scelta educativa che metta al centro la persona e la sua unicità.
Per questo la scuola non può essere solo il luogo della trasmissione dei saperi; il baricentro della scuola non può essere ridotto alla padronanza del sapere e alla sua misurazione.
La formazione della persona e la sua relazione con la realtà, e quindi il mondo, costituiscono il nucleo centrale dell’educazione stessa. I tratti che costituiscono la personalità umana, tra cui gli aspetti legati al desiderio e alle dimensioni socio-emozionali (soft skills) e l’introduzione alla realtà secondo tutta l’ampiezza dei suoi fattori sono l’origine del percorso educativo.
In quest’ottica qual è allora il compito di un docente, di un educatore?
Innanzitutto, occorre recuperare il motivo per il quale un docente, nel proprio lavoro educativo e didattico, si mette veramente in gioco e fa sì che i propri alunni imparino e crescano nella totalità della loro umanità e nello spessore del loro desiderio di bene, bellezza, verità e giustizia.
Attraverso l’insegnamento e il rigore scientifico delle discipline, lo scopo della scuola, per come la intendiamo noi, è la trasmissione dell’impegno che il docente stesso ha con l’uso della propria ragione. Attraverso la singola materia di studio, che è una modalità di indagine e conoscenza della realtà, un docente seriamente impegnato con sé e il proprio compito, trasmette la passione alla realtà intera, non solo la passione per la disciplina che insegna.
Per questo il docente introduce l’allievo alla realtà in tutta la sua ampiezza e lo fa attraverso gli strumenti che possiede, sollecitando e sostenendo l’uso della ragione dell’alunno. Solo così imparare diventa un’esperienza di bellezza e interesse reale, pur nella fatica dello studio che non è mai sterile e fine a se stesso.
I nostri docenti cercano quindi nell’unità di un lavoro condiviso e guidato, attraverso la propria esperienza, il proprio studio e aggiornamento, di rispondere al bisogno fondamentale della conoscenza che avviene non solo comunicando contenuti ma soprattutto sollecitando e sostenendo il desiderio, l’uso della ragione, l’amicalità, la responsabilità personale, la stabilità emotiva, l’apertura all’esperienza, fattori che concorrono alla serenità e allo sviluppo della persona nella sua totalità.
Allora anche le proposte e gli strumenti didattici che vengono individuati e che sono oggetto di monitoraggio continuo sono finalizzati a favorire l’apprendimento inteso come conoscenza reale, positiva e ragionevole.
Solo così si può affrontare con intelligenza, entusiasmo, realismo e vigore il cambiamento inevitabile e sempre più veloce delle circostanze in cui viviamo.